LA COLPA CHE RIMBALZA SUI FIGLI
NON TRADIRE I TUOI FIGLI (COME I TUOI GENITORI HANNO TRADITO TE)
Sempre stando sul tema della colpa, possiamo vedere come generazioni di colpa ricadano sui nuovi arrivati. Non importa quanto desiderati, quanto “amati” idealmente, la colpa non perdona. Se non siamo consapevoli della colpa che portiamo dentro o, se sappiamo di portarla ma in modo “generico”, inevitabilmente la scaricheremo sui nostri figli.
Quando parlo di colpa generica, intendo coloro che si sentono in colpa “per tutto”, ma che ancora non hanno compreso da dove venga, quale sia l’origine e come ogni giorno nutrano questo sentimento devastante.
I genitori e la trasmissione della colpa
Anche i genitori più amorevoli e innamorati dei propri figli, volenti o nolenti, si trasformano in trasmettitori, scaricatori e alimentatori di colpa nei confronti dei loro figli.
Poi ci sono coloro che sono lontanissimi dall’avere consapevolezza della colpa che li abita. Quelli che ancora nutrono rancore e rabbia nei confronti dei propri genitori per le sofferenze subite. Quelli che hanno fatto propri gli schemi della sofferenza e li trasmettono come modalità educativa ai propri figli.
Questa riflessione è stata ispirata da una mia carissima cliente che, qualche tempo fa, mi ha inviato un video su Instagram in cui un ragazzo diceva:
“Come faccio a fidarmi della gente, quando mia mamma mi diceva ‘vieni qui che non ti faccio niente’… e poi botte?”
Mi ha molto toccato, perché che fossero botte fisiche o emotive, il tradimento e l’ingiustizia in contesti come questi—familiari, dove dovremmo poter costruire e maturare la fiducia—sono molto più frequenti di quanto pensiamo.
Ed è così che sfiducia, paura del tradimento, sentimento di ingiustizia si innestano e proliferano, portando le persone a vivere aspettandosi sempre “qualcosa di male dalla vita”, “le botte all’improvviso”, “l’evento ingiusto”, “il senso di impotenza” e molto altro.
Quando la generazione di colpa si ripete
Quando mia figlia era piccola e frequentavamo spesso il parco giochi, avevo notato che molti di questi comportamenti, schemi e modi di esprimersi erano stati introiettati ed usati “pari pari” anche da giovani genitori, senza che si rendessero conto di quello che davvero stavano dicendo.
Era come se ripetessero le frasi che avevo sentito dai propri genitori, ma senza abitarle, senza sentirle davvero, solo come una ripetizione meccanica.
Confrontarsi con il modello genitoriale
Spesso accade perché non sappiamo come essere genitori e in prima istanza ci muoviamo su una base di confronto:
- “Ripeto quello che hanno fatto i miei, ‘in fondo non sono cresciuto così male’”
- “Faccio tutto il contrario di quello che hanno fatto loro”
In entrambi i casi, non c’è coscienza, consapevolezza o scelta. C’è reazione e ripetizione (anche quando pensiamo di fare l’opposto, stiamo ripetendo uno schema—ripetere il suo opposto…).
La ripetizione di quello schema è spesso un modo per “riappacificarsi” con i propri genitori o per continuare a sentire un senso di appartenenza a quella famiglia da cui abbiamo sempre voluto essere amati e riconosciuti.
Se copio il modello genitoriale, anche se come figlio posso essere stato diverso da come mi volevo, come neo-genitore finalmente mi apprezzeranno e rispetteranno.
Il senso di colpa trasmesso e l’auto-tradimento
Il profondo senso di colpa con cui sono cresciuti quei bambini ha portato quei bambini a diventare adulti che si tradiscono e che sono ingiusti con loro stessi, ovvero adulti che pensano di agire per amore, ma replicano lo schema dell’ingiustizia e del tradimento.
Quanti di noi si sono traditi in tutti i modi possibili, in nome dell’amore per i figli?
O essendo profondamente ingiusti con sé stessi, sempre in nome dell’amore per i figli.
E la storia continua, ripetendosi. A un certo punto, volenti o nolenti, genitori, figli, genitori si troveranno inconsapevolmente a reiterare il tradimento e l’ingiustizia nei loro confronti.
Crescere nell’inganno
Ci sono persone che sentono di essere letteralmente cresciute nell’inganno:
- Inganno sull’essere amati,
- Inganno su ciò che veramente è la vita…
Più abbiamo conosciuto l’inganno, più faremo fatica a fidarci della vita. Ma cosa significa inganno?
“In-“ e da “gannare”, che significa “beffare” o “schernire”.
Inganno si riferisce all’azione o al risultato di indurre qualcuno in errore, solitamente con l’intenzione di trarre un vantaggio. Implica la menzogna, la frode o l’illusione. In senso figurato, può riferirsi a qualsiasi cosa che porti a false credenze o aspettative, come un’apparenza ingannevole.
L’inganno sta nel mentire o creare un’illusione al fine di trarre un vantaggio.
Il vantaggio dell’inganno e il tradimento
Se torniamo a riferirci a quel piccolo scambio di battute tra madre e figlio di cui sopra:
“Come faccio a fidarmi della gente, quando mia mamma mi diceva ‘vieni qui che non ti faccio niente’… e poi botte?”
Quale vantaggio poteva trarre realmente la madre?
Ad esempio, il vantaggio di averlo sottomano senza fatica per punirlo?
Dove sta il vantaggio della madre?
Davvero dove sta?
Quale vantaggio ottiene questa donna nel punire per X motivi questo bambino?
- Scaricare il suo senso di inadeguatezza per non essere riuscita a controllarlo, gestirlo?
- Scaricare il dolore e la paura per il fatto che probabilmente la sera arriverà un padre/marito che la punirà per non aver preso bene cura del figlio (secondo ciò che per lui significa “prendersi cura”, ovvero educare)?
- Sentirsi più forte e quindi meno in difetto come madre/donna?
Il bambino e la disponibilità al dolore
Pensate anche voi, e scrivetemi nei commenti: QUAL È IL VANTAGGIO POTEVA TRARRE REALMENTE LA MADRE?
Stiamo usando questo esempio come “caso studio”, ma certamente nella vita di ognuno di voi ci sono altri esempi di tradimenti tra madre e figlio (o tra padri e figlie femminili) e di ingiustizie tra madri e figlie femminili (o padri e figli maschi).
Il bambino e il suo ruolo nell’inganno
E ora possiamo vedere: QUAL È IL VANTAGGIO POTEVA TRARRE IL BAMBINO PRESTANDOSI A QUESTO INGANNO?
Lo so che sembra una follia quello che sto proponendo qui, ma se è vero che non c’è carnefice senza una vittima, dobbiamo sempre chiederci perché la vittima si è resa disponibile.
In prima istanza, possiamo dire perché un bambino innocente confida totalmente nella madre – sì, certamente.
Ma se proviamo ad andare un po’ in profondità, è possibile che quel bambino ami così tanto la mamma e voglia così tanto l’amore della mamma da rendersi disponibile anche come “scarica/discarica” del dolore, della frustrazione, della rabbia, della paura, della inadeguatezza, della solitudine… della mamma?
Molto spesso accade questo. Molto spesso ci mettiamo a servizio dei nostri genitori come “raccoglitori” dei loro dolori nella speranza inconscia che, dopo, staranno bene e potranno amarci e stare con noi.
Ripetizione dello schema nella vita adulta
E poi che cosa facciamo?
Diventiamo adulti che portano questo stesso schema nella coppia:
Mi offro come valvola di scarico per mia moglie o mio marito, così poi starà bene, mi amerà e passeremo del buon tempo insieme…
Vi suona familiare? Avete presente?
Conclusione
Ricordo sempre che in questi articoli (così come nei video e podcast settimanali) introduco argomenti molto complessi che certo non possono essere esauriti qui. Si tratta solo di un accenno, un’opportunità per iniziare ad aprire cassetti, sguardi e spazi di coscienza, sapendo che poi chi vuole davvero fare un lavoro su se stesso può proseguire con sessioni 1:1 o lavori di gruppo come i Mercoledì della Consapevolezza.
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